Aperta liquidazione controllata per 358.000 euro di debiti di una S.n.C.
L’ex titolare di un’impresa edile S.n.c. ha ottenuto dal Tribunale di Trieste la liquidazione controllata che gli permetterà di risolvere l’ingente debito di 358.000 euro.
La situazione di Carlo
Carlo ha iniziato a lavorare come operaio edile fin da giovanissimo. Con il tempo ha maturato sufficiente esperienza per aprire una propria impresa S.n.C, assieme al fratello. La società operava a Trieste e nelle zone limitrofe, con buoni risultati nel settore della costruzione e ristrutturazione di edifici civili privati.
Per disporre della liquidità necessaria all’operatività e all’acquisto di qualche macchinario, i titolari dell’impresa ricorrevano anche al prestito bancario, le cui rate venivano regolarmente rimborsate.
I motivi del suo sovraindebitamento
Dopo diversi anni di attività regolare, sono sopraggiunti due fattori che hanno determinato le prime difficoltà per la S.n.C. di Carlo e che si sono sempre più aggravate:
- la crisi che nel 2008 ha colpito il settore dell’edilizia;
- la concorrenza delle imprese slovene che, sostenendo costi più bassi per la manodopera, erano maggiormente competitive.
Carlo ed il fratello hanno cercato di resistere, confidando in una ripresa, ma così non è stato; non hanno quindi potuto far altro che cessare l’attività.
Purtroppo nel frattempo la S.n.C. aveva contratto una serie di debiti per mancato versamento delle imposte e dei contributi previdenziali, nonché per omesso rimborso dei prestiti bancari; tutte posizioni per le quali veniva chiamato a rispondere anche Carlo. Infatti, il socio di una società di persone, come una S.n.C., risponde illimitatamente dei debiti contratti dalla società.
Come Ri.Analisi ha affrontato il sovraindebitamento di Carlo
Carlo ha affrontato da solo i primi problemi. Ha trovato lavoro in un’altra impresa edile come dipendente, ma non riusciva a liberarsi dai debiti del passato.
Quando finalmente si è rivolto a Ri.Analisi aveva già perso l’appartamento, venduto all’asta, e aveva già la retribuzione pignorata per un quinto.
Carlo non aveva nemmeno un’auto e non poteva comprarne una in quanto sarebbe stata immediatamente pignorata. Per recarsi al lavoro utilizzava un vecchio motorino.
Quando lo abbiamo incontrato la prima volta era affranto perché si vedeva limitato nelle scelte e non era libero di gestire la propria vita. Rimanevano infatti ancora debiti per oltre 358.000 euro: un importo elevato che non sarebbe mai stato in grado di pagare.
Grazie ad una ponderata valutazione da parte dei nostri esperti, la soluzione migliore per fronteggiare la situazione debitoria di Carlo è stata individuata nella liquidazione controllata, una procedura del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che serve proprio a risolvere le situazioni di grave sovraindebitamento anche delle piccole imprese come le S.n.C.
La sentenza di liquidazione controllata
Dopo aver esaminato la documentazione accuratamente raccolta e presentata da Ri.Analisi, il Tribunale di Trieste ha condiviso la scelta di accedere alla liquidazione controllata e ha ammesso Carlo a tale procedura.
Ora lui verserà per tre anni l’importo di € 300 ogni mese quale quota della retribuzione eccedente le spese di sostentamento.
Il saldo del suo conto corrente è di circa 1.000 euro, che si aggiunge alla somma di 6.700 euro, pari al valore della quota di 2/30 degli immobili di cui Carlo è comproprietario.
In conclusione, versando a favore dei creditori la somma complessiva di € 18.741 euro, in 3 anni, verranno cancellati debiti per € 358.000, proprio perché Carlo non sarebbe mai in grado di restituire l’intera somma.
Peraltro, come deciso dal Tribunale, Carlo non verrà privato di tutti i beni; infatti, nella sua disponibilità verrà lasciato il motorino, in quanto considerato bene funzionale al raggiungimento del luogo di lavoro.
Qui sotto trovi la sentenza dd. 05/09/2023 del Tribunale di Trieste.
Debiti dell’impresa S.n.C.: come affrontiamo il problema
Quando si parla di debiti societari è necessario fare una premessa sottolineando una differenza sostanziale fra due tipi di società:
- società di persone (S.a.s, S.n.C.) o ditte individuali: in questo caso, se il patrimonio non è sufficiente a soddisfare gli eventuali debiti, i soci rispondono personalmente anche delle obbligazioni sociali con tutti i propri beni (come è accaduto al nostro cliente Carlo);
- società di capitali (S.r.l. o S.p.A.): in caso di debiti ed eventuale chiusura della società risponde esclusivamente il patrimonio della società stessa. I creditori quindi non potranno aggredire i beni personali dei soci.
Nel caso appena trattato si comprende perché Carlo, titolare di S.n.C, per far fronte alle gravi difficoltà dell’impresa, ha dovuto rispondere con il proprio patrimonio personale, con conseguenze estremamente negative.
In questi casi esiste comunque una soluzione ed è il ricorso al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che propone due procedure per sanare i debiti:
Nel caso di Carlo è stata scelta la liquidazione controllata in quanto la società è stata chiusa e lui ora lavora come dipendente in altra impresa. Grazie all’approvazione della procedura da parte del Tribunale di Trieste, Carlo potrà finalmente essere libero dai debiti residui e riprendere una vita serena, senza più preoccupazioni.
Se anche tu ti trovi in una situazione simile, possiamo incontrarci e trovare insieme una soluzione.
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RI.Blog
10 Gennaio 2024