Estinto debito di 200.000 euro grazie alla liquidazione controllata

Un ex-imprenditore, sommerso da 200.000 euro di debiti con l’Erario e le banche, grazie alla procedura di liquidazione controllata ha trovato una via d’uscita definitiva al suo sovraindebitamento.

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La situazione di Luca


Luca è un tecnico termoidraulico e nel 2006 decide di mettersi in proprio, aprendo una ditta individuale per l'installazione di impianti termici ed idraulici. All'epoca è sposato da dieci anni e ha due figli. La sua attività inizia con il piede giusto, lavorando sia in subappalto per una Srl con cantieri nella provincia di Trieste, sia con commesse dirette.
Con il passare del tempo, però, il subappalto assorbe la maggior parte delle sue energie, costringendolo a ridurre progressivamente i lavori diretti, anche se più remunerativi.

Nel 2008 nasce il terzo figlio, e la moglie impiegata, decide di dedicarsi interamente alla famiglia, non contribuendo più economicamente alla gestione familiare.

Negli anni successivi, la situazione economica della ditta di Luca inizia a peggiorare. I ritardi nei pagamenti da parte dei committenti e la crescente concorrenza nel settore, mettono in difficoltà l'azienda. Pur lavorando instancabilmente, Luca si trova sempre più spesso a dover affrontare problemi di liquidità

Con l'aumento delle spese familiari e la diminuzione dei margini di guadagno, le difficoltà finanziarie diventano sempre più pressanti.

I motivi del suo sovraindebitamento


Gli incassi della ditta del nostro cliente non risultano sufficienti per coprire le spese operative e il mantenimento della sua famiglia. Per far fronte alla situazione, Luca inizia ad accumulare debiti con l'Erario per il mancato versamento delle imposte e a richiedere finanziamenti a banche e società finanziarie per ottenere maggiore liquidità. 

Tuttavia, questi prestiti si rivelano solo un rimedio temporaneo, che non può risolvere i problemi strutturali dell'attività.
Nel frattempo, la pressione finanziaria e lo stress incidono anche sulla vita privata, portando Luca alla separazione dalla moglie, con l'obbligo di versare 650 euro mensili per il mantenimento dei figli.

Nello stesso anno, la ditta viene chiusa e Luca trova lavoro come operaio nella società per cui lavorava in subappalto. Il suo passato di difficoltà economiche lo segue anche nella nuova occupazione.
A causa del mancato pagamento delle rate dei finanziamenti, il suo stipendio viene immediatamente pignorato per 1/10, e successivamente subisce un secondo pignoramento. Inoltre, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione avvia la procedura per recuperare le imposte non pagate dalla ditta individuale. 

Il debito complessivo è di circa 200.000 euro e questa situazione porta Luca a vivere in un costante stato di ansia e disperazione, senza alcuna prospettiva concreta per uscire dalla spirale negativa.

Come Ri.Analisi ha affrontato il sovraindebitamento di Luca


Di fronte a una situazione che sembra senza via d'uscita, Luca decide di affidarsi a dei professionisti e ci contatta. Dopo aver analizzato in dettaglio la sua posizione debitoria e creditoria, individuiamo la soluzione più adeguata: la liquidazione controllata. Questa procedura consente di gestire il pagamento dei debiti in modo sostenibile, evitando ulteriori trattenute sullo stipendio e offrendo una via d'uscita dalla crisi finanziaria.

I nostri esperti hanno seguito Luca in ogni fase del processo, dalla raccolta della documentazione necessaria, fino alla presentazione della richiesta presso il Tribunale di Trieste. Sono stati esaminati con attenzione tutti i debiti in essere, distinguendo tra quelli fiscali e quelli contratti con finanziarie, per strutturare un piano che garantisse il pagamento equo ai creditori, senza compromettere la stabilità economica di Luca.

Durante questa fase, Ri.Analisi ha fornito a Luca il supporto necessario per predisporre la documentazione richiesta dal Tribunale, elaborando un quadro chiaro della sua situazione patrimoniale e reddituale. Sono stati valutati attentamente i flussi di entrata e uscita, al fine di determinare la quota di stipendio che Luca avrebbe potuto destinare al piano di rientro, senza sacrificare il minimo indispensabile per il sostentamento proprio e della sua famiglia. Questo ha permesso di evitare che ulteriori trattenute rendessero impossibile la sua sopravvivenza economica e quella dei suoi figli.

La sentenza del Tribunale di Trieste


Il 19 marzo 2024, il Tribunale di Trieste ha accolto integralmente la richiesta presentata da Luca, dichiarando l’apertura della procedura di liquidazione controllata del suo patrimonio. La sentenza ha confermato la nomina di un liquidatore incaricato di gestire il processo e ha disposto la sospensione immediata di tutte le trattenute sullo stipendio di Luca, compresi i pignoramenti in corso.

In base alla decisione del giudice, Luca percepirà lo stipendio di circa 1.900 euro mensili senza ulteriori decurtazioni forzate e avrà l'obbligo di versare ai creditori circa 250 euro al mese. Potrà mantenere per sé e la famiglia circa 1.670 euro, riconosciuti come congrui al fabbisogno familiare, che comprende il soddisfacimento delle spese correnti e la quota di mantenimento per i figli. Ciò significa che la sua capacità contributiva è stata valutata in modo equo, evitando che il pagamento dei debiti comprometta il suo sostentamento e quello dei suoi figli.

La procedura avrà una durata complessiva di tre anni, durante i quali il liquidatore amministrerà i pagamenti in modo proporzionale tra i creditori. Al termine di questo periodo, il Tribunale concederà l’esdebitazione, ossia l’eliminazione di tutti i debiti residui non ancora saldati, permettendo a Luca di ripartire da zero senza vincoli finanziari.

Qui sotto alleghiamo la sentenza del 19.03.2024

La soluzione definitiva ai debiti


Grazie alla procedura di liquidazione controllata, Luca ha trovato una soluzione concreta alla sua situazione di sovraindebitamento. Dopo tre anni dall’apertura della procedura di liquidazione controllata, sarà finalmente libero dai debiti e potrà riprendere in mano la sua vita. Potrà acquistare un'auto o altri beni necessari senza l'ombra delle passate difficoltà economiche. 

Se Luca non avesse avuto accesso alla legge sul sovraindebitamento, la sua situazione sarebbe rimasta critica e senza una reale possibilità di riscatto. Avrebbe continuato a subire pignoramenti sullo stipendio, con una percentuale fissa trattenuta ogni mese, senza una prospettiva concreta di liberarsi dai debiti. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione avrebbe potuto adottare ulteriori misure esecutive, come il pignoramento di altri beni o il fermo amministrativo su eventuali veicoli.

La mancanza di una soluzione strutturata lo avrebbe costretto a vivere in una condizione di perenne instabilità economica, impedendogli di ricostruire il proprio futuro e garantire un adeguato sostentamento ai figli. Il peso psicologico e lo stress derivante da questa situazione avrebbero potuto avere ripercussioni anche sulla sua vita personale e lavorativa, rendendo ancora più difficile un’eventuale ripresa.

In sintesi, senza la legge sul sovraindebitamento, Luca si sarebbe trovato intrappolato in un circolo vizioso di debiti e pignoramenti, senza mai la possibilità di ripartire veramente.

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DATA PUBBLICAZIONE:
3 Aprile 2025