Conto Corrente a rischio pignoramento? Ecco cosa fare

Con l'inizio della nuova fase di recupero crediti dell'Agenzia Entrate Riscossione, aumenteranno i blocchi e i pignoramenti dei conti correnti dei contribuenti debitori. Chiariamo come è possibile intervenire.

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Dopo la pausa estiva che si concluderà il 4 settembre, il Fisco avrà nuovamente la facoltà di notificare eventuali violazioni e bloccare il conto corrente dei contribuenti che non hanno regolarizzato la propria posizione.
Fino a poco tempo fa, la riscossione forzata è stata soprattutto teorica. Con i recenti provvedimenti anti-evasione precedenti alla pausa estiva, si sono invece intensificate le azioni di recupero crediti, inclusi i pignoramenti su stipendi e compensi.

Il pignoramento può interessare chiunque abbia debiti con l’Agenzia delle Entrate, o altri creditori, e non abbia regolarizzato la propria posizione. 

Va ricordato che la legge italiana prevede diverse modalità di recupero crediti, non solo da parte dell'Agenzia delle Entrate. Tra queste il pignoramento e può essere di tre tipi: immobiliare, mobiliare o presso terzi. Quest'ultimo riguarda i beni del debitore in possesso di terzi, come le banche o i datori di lavoro.

La procedura di pignoramento presso terzi, finora applicata principalmente agli stipendi dei dipendenti e ai conti bancari, è stata recentemente estesa anche ai compensi dei professionisti.

Il recente rafforzamento delle operazioni di recupero fiscale è direttamente collegato agli obiettivi del PNRR, che mirano a ridurre del 15% l'inclinazione all'evasione per tutte le tasse, ad eccezione dell'IMU, entro il 2024.

Cos'è il pignoramento del conto corrente

Il pignoramento del conto corrente è una variante del pignoramento mobiliare presso terzi. Questa procedura legale permette al creditore di prelevare i fondi sul conto bancario del debitore, per saldare un debito non pagato.

E’ utilizzata quando il debitore possiede beni che non sono direttamente di sua proprietà, ma sono in possesso di terzi. Ad esempio, un salario, un conto bancario o un affitto possono essere oggetto di pignoramento presso terzi.

Si tratta di un atto giudiziario e può verificarsi dopo che il creditore ha ottenuto un decreto ingiuntivo o una sentenza del tribunale che attesti l'esistenza del debito.

Come avviene il pignoramento del conto corrente

Il pignoramento del conto corrente comporta diverse conseguenze. Innanzitutto, uno degli effetti principali è la sospensione delle attività sul conto, che rende inefficaci le azioni successive del debitore. Ciò significa che Il titolare del conto pignorato non può impedire le transazioni a favore del creditore.

La procedura richiede la collaborazione della Banca coinvolta nel trasferimento delle somme presenti sul conto. Per il pignoramento è infatti richiesta la dichiarazione del terzo, in questo caso della Banca, che deve verificare il saldo e comunicare la giacenza sul conto corrente. E’ essenziale che il saldo sia positivo e, se negativo, la Banca dichiara di non poter subentrare come debitrice.

Dopo questa fase il giudice, se nulla osta, procede ad avviare un contraddittorio e ad emanare l'ordinanza di trasferimento. 

Nel caso in cui il conto venga bloccato, aprire nuovi conti presso altre banche non costituirebbe una soluzione, poiché anche questi potrebbero essere oggetto di pignoramento. 

La procedura di blocco del conto corrente varia in base alla tipologia di creditore, quindi è diversa se la richiesta è da parte di un privato o da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione.

Richiesta di pignoramento da parte di un privato o Istituto di credito

Un privato può pignorare un conto corrente solo se possiede un titolo esecutivo. Quando avviene il pignoramento, la banca blocca la parte del conto corrente necessaria a saldare il debito, ma le somme che superano questo importo rimangono disponibili. La legge consente al creditore di pignorare una quantità che include il suo credito aumentato della metà, per coprire le spese legali e gli interessi.

Nell'atto di pignoramento, il debitore è invitato a partecipare a un'udienza. Se il debitore non si oppone, il giudice assegna al creditore la somma pignorata. 

La legge permette l'avvio della procedura anche per importi minimi, basta che il creditore abbia un documento ufficiale che certifichi legalmente l'esistenza del credito a suo favore.

Qui sotto elenchiamo degli esempi di documenti ufficiali, o titoli esecutivi, utili al pignoramento del conto corrente:

  • sentenze di condanna;
  • decreti ingiuntivi dopo 40 giorni dalla loro notifica e non oggetto di opposizione;
  • cambiali e assegni;
  • contratti di mutuo;
  • atti pubblici stipulati davanti a un notaio aventi ad oggetto il pagamento di somme di denaro;
  • conciliazioni firmate davanti all’Ispettorato del lavoro o quelle innanzi a un giudice o un organismo di mediazione.

L’attivazione di un pignoramento non è sottoposta a grossi limiti. Infatti, con una procedura relativamente breve qualsiasi creditore può bloccare e prelevare le somme dovute.

In sintesi, riassumiamo i vari passaggi della procedura di pignoramento del conto corrente:

  • Ottenimento del Titolo Esecutivo: il creditore deve ottenere un titolo esecutivo, come un decreto ingiuntivo o una sentenza di tribunale, che attesti l'esistenza del debito.
  • Individuazione della banca presso la quale eseguire il pignoramento
  • Richiesta di Pignoramento Presso Terzi: Il creditore presenta una richiesta di pignoramento presso terzi al tribunale, specificando la banca presso cui è stato aperto il conto.
  • Notifica al Terzo: la banca riceve la notifica della procedura di pignoramento presso terzi e degli obblighi imposti dal tribunale.
  • Possibile Obiezione del Terzo: la Banca ha la possibilità di presentare obiezioni contro il pignoramento presso terzi, ad esempio sostenendo che i beni in questione non appartengono effettivamente al debitore o che ci sono ragioni legali per cui il pignoramento non dovrebbe essere eseguito.
  • Esecuzione del Pignoramento: Se il tribunale accoglie la richiesta di pignoramento presso terzi e respinge eventuali obiezioni del terzo, il creditore può procedere con l'esecuzione del pignoramento, ottenendo i beni del debitore che sono sotto il controllo del terzo.

La procedura di cui sopra si applica anche nel caso di presenza di rapporti aperti presso Poste Italiane: conto corrente, carta postepay evolution.

Richiesta di pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate

Il pignoramento del conto può anche essere richiesto dall’Agenzia Entrate Riscossione in caso di mancato pagamento delle cartelle esattoriali. La procedura in questo caso è sicuramente più immediata e l’atto di pignoramento viene inviato direttamente alla banca e al debitore. Il conto risulta bloccato in attesa che il contribuente saldi il proprio debito entro 2 mesi. 

Alla scadenza le somme richieste saranno accreditate all’Agenzia delle Entrate, in mancanza di pagamento della somma richiesta direttamente da parte del debitore.

Per poter sbloccare il conto rapidamente è sufficiente richiedere il pagamento rateale e al pagamento della prima rata il conto sarà sbloccato.

In caso di decesso del titolare del conto corrente pignorato, quest’ultimo non sarebbe sbloccato, ma passerebbe agli eredi, nel caso in cui non facciano rinuncia all’eredità.

I limiti del pignoramento del conto corrente

Esistono delle limitazioni di attuazione del pignoramento in relazione alla tipologia di conto corrente:

  • Conto corrente cointestato
    Il pignoramento potrà riguardare solo la metà del capitale presente nel conto corrente e il creditore potrà prelevare al massimo il 50% della somma depositata.
  • Conto corrente con stipendio o pensione
    La normativa prevede due tipi di pignoramento dei conti correnti con stipendio.
    Per le somme presenti al momento del pignoramento è consentito un prelievo che eccede il triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 è stato innalzato a 534,41 mensili per13 mensilità, quindi 534,41X3 = 1.603,23 euro. Ad esempio se il saldo del conto è di 2000 euro, si potrà prelevare la somma eccedente i 1.603,23 euro, quindi 396,77 euro.
    Dopo il pignoramento, la somma che si può prelevare è al massimo di un quinto dello stipendio o pensione. 

Se il creditore è l’Agenzia Entrate Riscossione, questa somma può variare ed è:
- un decimo dello stipendio quando questo è minore di 2.500 euro
- un settimo dello stipendio quando questo è superiore a 2.500 euro
- un quinto dello stipendio quando questo è superiore a 5.000 euro.

  • Conto corrente con TFR
    In questo caso se il conto corrente è pignorato prima dell’accredito del TFR, quest’ultimo importo potrà essere pignorabile fino a un massimo di un quinto.
    Se il pignoramento avviene dopo l’accredito del TFR, il blocco potrà essere imposto sulla parte eccedente il triplo dell’assegno sociale, ossia 1.603,23 euro.
  • Conto corrente pari a zero
    In questo caso la Banca non può bloccare il conto, che rimane nella disponibilità del debitore.

Cosa fare per evitare il pignoramento del conto corrente

Per comprendere appieno i propri diritti e le limitazioni specifiche applicabili al pignoramento del conto corrente in Italia è essenziale cercare l’assistenza legale adeguata garantire una difesa del debitore.

In ultima analisi, la trasparenza e l'equità nel sistema di pignoramento sono fondamentali per assicurare una giustizia effettiva per entrambe le parti coinvolte.

Riassumiamo qui di seguito i diritti garantiti al debitore durante il processo di pignoramento:

  • Diritto di opposizione: se il debitore ritiene che il pignoramento sia ingiusto o basato su informazioni errate, può presentare un ricorso in tribunale.
  • Quantità pignorabile: esistono delle limitazioni di attuazione in relazione alla tipologia di conto corrente ed esiste una somma minima di denaro non pignorabile che fa riferimento all’assegno sociale e garantisce che il debitore possa soddisfare le sue necessità di base.
  • Trasparenza: La banca deve notificare chiaramente al debitore il processo di pignoramento, consentendogli di difendersi in modo adeguato.
  • Accesso alla Legge sul sovraindebitamento: se il debitore è in difficoltà e non ha la possibilità di ripagare il proprio debito, il ricorso ad una delle procedure del Codice Crisi è una possibile alternativa. Infatti, quando una procedura di sovraindebitamento è stata aperta, il pignoramento decade

Le procedure di sovraindebitamento, regolamentate dal Codice della Crisi dell’impresa e dell’Insolvenza (CCII) e precedentemente dalla Legge 3/2012, comprendono diverse tutele per i debitori contro le azioni esecutive. Sono incluse la facoltà di sospendere le procedure esecutive e fermare i pignoramenti, avviando specifici procedimenti legali, per aiutare i debitori a entrare nei processi di sovraindebitamento, senza ulteriori pressioni dai creditori.

Queste misure sono essenziali perché offrono ai debitori la possibilità di fermare temporaneamente le esecuzioni forzate, come il pignoramento di beni, stipendi o pensioni, permettendo loro di riorganizzare le finanze e presentare un piano di ristrutturazione del debito.

Per capire come accedere a tali provvedimenti e risolvere la propria situazione debitoria, è fondamentale e decisivo il supporto di un consulente esperto. Contattaci ora per sapere come possiamo aiutarti. 

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DATA AGGIORNAMENTO:
31 Luglio 2024
DATA PUBBLICAZIONE:
29 Gennaio 2024