Pignoramento: cosa si rischia con il Decreto Riscossione

Per chi non è in regola con il Fisco, le nuove disposizioni del Decreto Riscossione rischiano di portare a pignoramenti più rapidi. Scopri cosa fare per proteggerti.

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Il nuovo Decreto Riscossione, il D.Lgs. n. 110/2024, punta a velocizzare il recupero dei debiti fiscali. In pratica si semplifica il processo e non è più necessario per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione emettere una cartella di pagamento.

Anche se il Decreto è già in vigore dall’agosto 2024, le nuove regole operative saranno applicabili dal 1° gennaio 2025.

Cos’è cambiato?


Fino ad ora, quando un contribuente aveva un debito, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione inviava una cartella di pagamento con tutti i dettagli: l’importo da pagare, gli interessi e un termine di 60 giorni per saldare. Se il pagamento non avveniva, si passava all’esecuzione forzata, come il pignoramento dei beni.

Con la riforma del nuovo decreto di agosto 2024, in molti casi non sarà più necessario inviare la cartella di pagamento. Al suo posto, alcuni atti dell'Agenzia delle Entrate saranno direttamente esecutivi. Questo significa che l'Agenzia potrà procedere subito con il pignoramento o altre azioni senza ulteriori avvisi.

Atti immediatamente esecutivi


Con la nuova normativa, gli atti che diventeranno subito esecutivi includono:

  • avvisi per tasse non pagate;
  • recupero di crediti non spettanti;
  • imposte come bollo auto o imposte di successione non versate.

Cosa significa per chi ha debiti?


Se hai un debito con il fisco, devi fare particolare attenzione, perché l’Agenzia delle Entrate potrà agire più velocemente per recuperare le somme dovute. Ad esempio, potrebbe pignorare i tuoi beni o avviare altre procedure senza inviarti una cartella di pagamento preventiva, come accadeva prima.
Una volta notificato l’atto esecutivo, hai solo 30 giorni per pagare.
Se non lo fai, dopo 180 giorni potrebbe partire il pignoramento.

Casi di urgenza


Se l’Agenzia delle Entrate teme che tu stia cercando di nascondere o vendere i tuoi beni per evitare il recupero del debito, potrà agire immediatamente, senza aspettare i 180 giorni.

In sintesi, la nuova riforma rende il processo di recupero del debito più rapido e riduce i tempi di reazione per i debitori. Chi ha pendenze fiscali deve essere attento ad evitare il rischio di esecuzioni forzate, come pignoramenti, in tempi brevi.

Cosa fare per evitare il pignoramento?


La soluzione principale è agire rapidamente non appena si riceve un avviso o un atto esecutivo dall'Agenzia delle Entrate.

Ecco alcune strategie utili:

  1. Verifica degli atti: controlla attentamente gli atti ricevuti per verificare eventuali errori. In alcuni casi, un'azione legale può sospendere temporaneamente il recupero.
  2. Rateizzazione del debito: chiedere un piano di pagamento rateale può aiutarti a dilazionare il pagamento e ridurre la pressione finanziaria immediata.
  3. Consulenza fiscale o legale: rivolgerti a un professionista, come noi di Ri.Analisi, può aiutarti a trovare la soluzione migliore per regolarizzare la tua posizione prima che parta l’esecuzione forzata.
  4. Accesso alla legge sul sovraindebitamento: la possibilità di sospendere le azioni esecutive è uno dei principali aspetti vantaggiosi della legge contro il sovraindebitamento. Questa serve a chi ha un debito ingente che non riesce pagare e con l’accesso alle procedure sul sovraindebitamento può salvaguardare, almeno in parte, il proprio patrimonio sia immobiliare, sia mobiliare.

Essere proattivi e cercare una soluzione tempestiva è fondamentale per evitare conseguenze più gravi, come il pignoramento dei beni.

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DATA PUBBLICAZIONE:
12 Novembre 2024