Prescrizione debiti: quando non si devono più pagare
Anche i debiti hanno una scadenza. Dopo un periodo massimo di 10 anni, senza aver ricevuto notifiche di pagamento, il debitore non è obbligato a pagare. Ma il creditore difficilmente si dimentica di chiedere quanto gli spetta.
I debiti vanno in prescrizione?
Sì, in base al nostro ordinamento giuridico, anche i debiti possono andare in prescrizione, ovvero “estinguersi”. In altre parole il debito è considerato terminato e non si ha più l’obbligo di pagarlo al creditore.
Questo potrebbe sembrare ingiusto nei confronti del creditore, ma è opportuno tutelare la conclusione di un rapporto, affinché non restino dubbi o situazioni indefinite tra le parti coinvolte.
I tempi in cui un debito si prescrive sono sufficientemente lunghi affinché il creditore si faccia sentire e pretenda il pagamento di quanto gli spetta.
La legge quindi prevede che si perda un diritto se non lo si è esercitato in un periodo definito di tempo.
Quando un debito non è più richiedibile?
Considerato che possono esistere diverse tipologie di debiti, ci sono anche diversi periodi di prescrizione.
Il conteggio del termine di prescrizione parte dal primo giorno in cui può essere fatto valere il diritto del creditore e termina l’ultimo giorno previsto dalla legge.
La prescrizione di un credito avviene solitamente dopo 10 anni.
In alcuni casi però è applicata la cosiddetta prescrizione breve, che va da 5 anni a 1 anno in base al tipo di debito. Vediamo nel dettaglio.
Prescrizione in 5 anni
I principali debiti che non sono più richiedibili dopo 5 anni sono:
- locazioni di abitazioni e spese condominiali;
- rate dei mutui;
- dichiarazioni dei redditi e IVA;
- assicurazioni;
- bollettini postali;
- multe;
- indennità derivanti da cessazione del rapporto di lavoro;
- interessi.
Prescrizione in 3 anni
I debiti in prescrizione dopo 3 anni sono:
- bollo auto;
- atti notarili;
- parcelle di professionisti.
Prescrizione in 1 anno
I principali debiti in prescrizione dopo 1 anno sono:
- rette scolastiche;
- abbonamenti per attività sportive a palestre, piscine, centri sportivi;
- rate dei premi assicurativi.
La notifica di un pagamento
La notifica dei debiti da pagare avviene tramite cartella di pagamento inviata dal creditore, contenente:
- l’importo della somma dovuta;
- la ragione per cui è richiesto il pagamento;
- l’anno di scadenza dell’importo da pagare.
Una volta che il debitore riceve la cartella di pagamento, hanno inizio i termini di prescrizione alla conclusione dei quali il creditore non ha più la possibilità di pretendere il pagamento.
Se dovessi ricevere una richiesta di pagamento oltre i termini stabiliti dalla legge, puoi procedere con una contestazione al creditore tramite raccomandata, in cui precisi che il debito è prescritto, pertanto il pagamento preteso risulta infondato.
La sospensione della prescrizione
La prescrizione può essere sospesa, quindi si interrompe il decorso del tempo necessario a far maturare i termini previsti dalla legge. La prescrizione si ferma al verificarsi di un certo evento e continua solo nel momento in cui si risolve ciò che ha causato la sospensione stessa.
Per un certo periodo di tempo è come se le lancette della sveglia si bloccassero, per poi riprendere dal momento dell’interruzione.
Esistono casi particolari in cui il legislatore riconosce l’impossibilità o la difficoltà del creditore ad esercitare il proprio diritto, ad esempio nei casi di minori o persone che non hanno più capacità di intendere e volere, o infine per il creditore che ha una particolare relazione con il debitore.
In questi casi è l'intervento formale di un giudice a stabilire una vera e propria sospensione della prescrizione per uno specifico periodo temporale.
L’interruzione della prescrizione: si riparte da zero
Quando parliamo di interruzione della prescrizione dei debiti, questa non solo si blocca, ma si azzera del tutto e ricomincia a decorrere dall’inizio. Il tempo trascorso prima dell’interruzione non va conteggiato ai fini delle prescrizioni dei crediti.
I termini di prescrizione vengono interrotti quando il creditore notifica al debitore il pagamento che gli spetta. E’ un vero e proprio atto formale con cui si fa valere un diritto.
La conseguenza dell’interruzione della prescrizione è che inizia un nuovo periodo di decorrenza dei termini di pagamento.
E’ molto difficile che un creditore non si faccia più sentire, soprattutto se la somma concessa è consistente. E’ una speranza vana pensare che un debito svanisca nel tempo, senza che prima o poi nessuno lo notifichi, soprattutto se si tratta dell’Agenzia delle Entrate, della Banca o di una Finanziaria.
Può accadere che per lungo tempo non avvenga alcuna notifica di pagamento, ma questo non significa che il debito sia scomparso.
L’unica soluzione all'estinzione di un debito è il pagamento dello stesso, o il ricorso ad un accordo con il creditore.
Quali debiti non vanno in prescrizione?
Non sono soggetti a prescrizione i debiti derivanti da “diritti indisponibili”, ovvero quelli che per la loro importanza vengono sottratti a possibili negoziazioni che danneggerebbero lo stesso titolare o sono contrarie alla legge.
Di solito i diritti indisponibili non hanno un contenuto patrimoniale, come il diritto alla vita, al voto, alla salute o alla libertà di pensiero, ma sono indisponibili anche i diritti che riguardano lo status familiare, come l’assistenza morale e materiale del coniuge o il mantenimento dei figli.
Per semplificare elenchiamo i principali diritti indisponibili, i cui debiti non vanno in prescrizione:
- mantenimento dei figli o di un genitore;
- riconoscimento di un figlio o contestazione della paternità;
- azioni di riconoscimento o di divisione di un’eredità.
Come fare se non si riesce a pagare i debiti?
La situazione più comune è quella di iniziare con un piccolo debito, ma non è tanto il debito in sé a creare il problema, quanto le sanzioni, gli interessi, l'iva non versata. Tutto questo accresce di molto il debito iniziale e in poco tempo l’importo da pagare diviene davvero molto alto, al punto che è troppo superiore alla capacità economica del debitore.
Cosa fare quindi nel caso in cui ci si trovi in situazione di sovraindebitamento?
Noi di Ri.Analisi ascoltiamo quotidianamente persone che si sono trovate in poco tempo con troppi debiti da pagare e possiamo affermare che una soluzione esiste sempre.
Molti non trovano gli interlocutori giusti, si affidano a consulenti senza esperienza in questo settore e a volte peggiorano la propria situazione.
E’ importante quindi non abbattersi, non angosciarsi e cercare veri professionisti a cui rivolgersi.
Nella maggior parte dei casi la soluzione è proprio la legge sul sovraindebitamento, cioè la legge n. 3 del 2012, introdotta per consentire a chi ha troppi debiti di ridurre l’esposizione debitoria e rateizzare il pagamento mediante una delle tre procedure, scelta in base alle specifiche situazioni in cui una persona può trovarsi.
La legge permette l’accesso a una procedura per il sovraindebitamento ai debitori che vogliono onorare i propri impegni, ma che non possono farlo in quanto non hanno abbastanza beni o risorse economiche.
Come sistemare i debiti senza soldi?
La possibilità di cancellare i debiti anche se si è nullatenenti o incapienti è una delle novità più importanti recentemente introdotte dalla riforma della Legge 3/2012.
L’esdebitazione del debitore incapiente, ovvero la possibilità di cancellare i debiti anche se si è nullatenenti, è stata introdotta con il Decreto Ristori e poi con la legge di conversione n. 176 del 2020 ed è tra le più importanti modifiche alla Legge 3 del 2012, motivata dalla crisi economica e dalla pandemia da Covid-19 che ha coinvolto famiglie, imprese, titolari di partita iva.
In poche parole, puoi cancellare i tuoi debiti senza pagare nulla ai tuoi creditori.
La possibilità di cancellare i debiti senza soldi o senza beni riguarda solo le persone fisiche che non hanno stipendio, oppure hanno uno stipendio appena sufficiente al sostentamento proprio e della famiglia, e non hanno beni per poter ripagare i creditori.
L’unica possibilità per uscire da questa situazione estrema è ricorrere alla Legge 3/2012, così come ridisegnata dalla legge 176/2020.
Abbiamo anche approfondito i requisiti per cancellare i debiti senza soldi.
Quanto costa una causa per sovraindebitamento?
Ovviamente non c’è una risposta univoca. I costi dipendono principalmente dalla procedura che si intende avviare e dalla complessità della situazione da affrontare.
Noi di RiAnalisi non calcoliamo le pratiche in base all’ammontare dei debiti o dello stralcio che si ottiene, ma in base alla tipologia di consulenza. Ad esempio una pratica semplice di liquidazione dei beni costa mediamente 5-6.000 euro, indipendentemente da quanto ammonta il debito complessivo.
Da noi il cliente paga un po' alla volta, in base a come procede il lavoro. Diffidate di chi vi chiede subito un pagamento anticipato senza conoscere la vostra situazione.
“Riceviamo i clienti nei nostri studi, in varie località in Italia. E’ questa una differenza importante tra Ri.Analisi e le altre società che propongono consulenza sulla Legge 3/2012 - afferma Stefano Barei di Ri.Analisi - Il cliente viene ricevuto all'interno di una struttura, parla con un collaboratore al quale riassume le sue problematiche e poi viene ricevuto da un nostro professionista. Verifichiamo i requisiti gratuitamente e solo ad un secondo incontro gli viene proposto un contratto con un valore che non è proporzionato ai debiti, ma al lavoro previsto per la sua pratica”.
Altra particolarità della Legge 3/2012 è che deve essere fatta nel luogo di residenza del cliente. Non si può fare a distanza o al telefono.
Siamo stati i primi in Italia ad approfondire la Legge 3/2012 e molti professionisti che collaborano con noi hanno studiato i dettagli di questa legge.
Quanto dura la procedura di sovraindebitamento?
Anche in questo caso dipende dal tipo di procedura.
Le procedure del Piano del consumatore e Accordo con i creditori consistono in una proposta, generalmente di stralcio e pagamento rateale dei debiti. Considerati gli orientamenti dei Tribunali, la durata media è di 5-6 anni.
Con il decreto di ammissione a queste due procedure, il sovraindebitato ottiene subito l'esdebitazione.
Per la procedura di Liquidazione del patrimonio il tempo è di 4 anni, conclusi i quali si deve procedere alla richiesta dell'esdebitazione, che dura circa 5 mesi.
In conclusione, l’unico modo per uscire dai debiti non è aspettare i tempi di prescrizione, ma agire subito, prima di accumulare somme troppo elevate e ritrovare la serenità perduta.
Contattaci ora per una consulenza e risolviamo insieme.
RI.Blog
13 Aprile 2022