Artigiano risana 375 mila euro di debiti grazie alla Liquidazione controllata

Un imprenditore del settore edile, nostro cliente di Trieste, è stato ammesso alla liquidazione controllata e potrà risolvere il suo debito di 375 mila euro con l’Agenzia Entrate e l’INPS.

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La situazione di Giovanni

Giovanni, dopo alcune esperienze alle dipendenze di varie ditte nella Provincia di Trieste, oltre vent’anni fa ha deciso di aprire la propria ditta artigiana nella manutenzione di impianti termici e idraulici. Per diverso tempo le commesse non sono mancate: Giovanni lavorava principalmente in subappalto nei cantieri edili nella città di Trieste e nelle zone limitrofe e aveva alle sue dipendenze alcuni operai.

A seguito della crisi del 2008 numerose imprese edili sono fallite e le commesse sono drasticamente diminuite; così Giovanni è stato costretto a licenziare progressivamente tutti i dipendenti. Con enormi sacrifici è riuscito a corrispondere integralmente sia la retribuzione che il TFR dei propri dipendenti. Anche i fornitori sono sempre stati pagati.

I motivi del suo sovraindebitamento

Il nostro cliente Giovanni, dopo aver affrontato la grave crisi del settore edile del 2008, ha continuato a lavorare mantenendo aperta la sua ditta individuale. 

Le gravi difficoltà economiche e le tante spese, gli hanno però impedito di pagare le imposte ed i contributi previdenziali; inoltre non è riuscito a rimborsare completamente il finanziamento erogato dalla banca e quindi nel tempo ha accumulato debiti per 375.000 euro.

La ditta è tuttora operativa e Giovanni continua a lavorare per conseguire un reddito anche se contenuto. Le entrate sono sufficienti soltanto a pagare il corrente, ma non a sanare l’importante situazione debitoria ormai maturata.

Come Ri.Analisi ha affrontato il sovraindebitamento di Giovanni

Giovanni ha cercato una soluzione alla sua crisi da sovraindebitamento, per concludere definitivamente il problema dei propri debiti e per non vederli aumentare a causa di interessi di mora e sanzioni. Si è rivolto ai nostri consulenti di Ri.Analisi che hanno subito analizzato la sua situazione e hanno visto che era possibile trovare una soluzione veloce.

Dopo uno studio accurato della documentazione raccolta da Giovanni, i nostri professionisti hanno seguito l’iter della procedura di liquidazione controllata prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

La sentenza di liquidazione controllata

Giovanni è stato ammesso a beneficiare della procedura di liquidazione controllata, in conseguenza della quale non dovrà privarsi di tutti i suoi beni. La ditta artigiana infatti rimarrà aperta e Giovanni manterrà la disponibilità del furgone, trattandosi di un bene strumentale.

Anche il saldo del suo conto corrente non sarà oggetto di liquidazione, in quanto il Tribunale ha riconosciuto che lo stesso è funzionale al pagamento dell’IRPEF e dell’INPS alle scadenze di Legge, condividendo l’osservazione formulata nel ricorso ex art. 268 CC.II.

Giovanni affronterà la situazione debitoria limitandosi a versare una quota del suo reddito, quantificata nell’importo mensile di 200 euro per i trentasei mesi di durata della procedura; inoltre, il nostro cliente venderà un magazzino per il quale aveva già individuato l’acquirente e quote degli immobili personali saranno acquistate da un familiare. 

Il valore complessivo degli immobili è di 49.800 euro. Pertanto, sommando questo importo alla quota di reddito mensile che verserà per i prossimi 3 anni, sarà garantito alla procedura di liquidazione un attivo complessivo di 57.000 euro e Giovanni si libererà definitivamente dai debiti, cancellando la somma rimanente che ammonta a ben 318.000 euro.

Si allega sentenza dd. 16/06/2023 del Tribunale di Trieste.

Debiti dell’impresa artigiana: come affrontiamo il problema

Per capire come affrontare i debiti di un’impresa artigiana è bene sottolineare da subito una differenza sostanziale fra due tipi di società:

  • società di persone (sas, snc) o ditte individuali: in questo caso, se il patrimonio non è sufficiente a soddisfare gli eventuali debiti, i soci rispondono personalmente anche delle obbligazioni sociali con tutti i propri beni (come la casa, l’auto, il conto corrente, ecc.);
  • società di capitali (srl o spa): in caso di debiti ed eventuale chiusura della società risponde esclusivamente il patrimonio della società stessa. I creditori quindi non potranno aggredire i beni personali dei soci.

Accade spesso che gli imprenditori artigiani costituiscano la loro azienda sotto forma di società di persone e che in seguito, di fronte a situazioni di gravi difficoltà dell’impresa, si trovino esposti con il loro patrimonio personale, con conseguenze estremamente negative, proprio come è accaduto al nostro cliente Giovanni.

Nel caso di ditte artigiane o di liberi professionisti l’unica soluzione in caso di debiti è il ricorso al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza che propone due procedure per sanare i debiti:

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DATA PUBBLICAZIONE:
9 Agosto 2023