Debiti con banche e finanziarie: 4 possibili soluzioni
Le persone sovraindebitate in Italia sono in rapido aumento e si stima che 1 famiglia su 4 debba affrontare problemi di debiti. I principali creditori risultano essere banche e società finanziarie. Vediamo come si può affrontare il problema.
La maggior parte delle persone sovraindebitate in Italia ha contratto debiti personali per l’acquisto della casa o dell’auto, oppure per far fronte alle necessità quotidiane. È molto raro che questo sia avvenuto per spese al di sopra delle proprie possibilità o per frodare i creditori.
Purtroppo chi non riesce più a rimborsare prestiti o mutui rischia il pignoramento. Il debito aumenta in poco tempo a causa di interessi e spese legali, lasciando sempre minori prospettive.
Vediamo come agire per risolvere i debiti con banche e finanziarie.
Debiti insoluti: la posizione di banche e finanziarie
I debiti insoluti sono quasi sempre conseguenze di difficoltà impreviste per il debitore come può essere le perdita del lavoro, una salute precaria, un’attività imprenditoriale in crisi. D’altra parte anche per i creditori questo rappresenta un serio problema, poiché le banche e le finanziarie sono sempre più sommerse da crediti “deteriorati”, cioè difficilmente recuperabili.
Quando la situazione di sovraindebitamento si aggrava è difficile che le banche o le finanziarie riescano a recuperare completamente le somme concesse. Spesso per riuscire ad avere almeno un rimborso parziale si rivolgono a società specializzate nel recupero crediti, che subentrando nella titolarità del credito ceduto assillano i debitori con solleciti e diffide, poi con le procedure esecutive.
E' quindi importante agire in breve tempo e trovare un accordo per risolvere la situazione debitoria.
Cosa succede se non si pagano le rate del mutuo o del prestito
La procedura delle banche e finanziarie in caso di mancato pagamento delle rate del mutuo o del prestito sono ben definite e certamente non a vantaggio del debitore. Si inizia con l’addebito degli interessi di mora per un pagamento ritardato, si procede con la segnalazione al Sistema di Informazioni Creditizie e si finisce con il pignoramento o la vendita dell’immobile del debitore.
Interessi di mora
In caso di ritardo nel pagamento di una rata si dovrà risarcire il danno ai creditori pagando gli interessi di mora. Questo comporta una maggiorazione della somma da restituire, come previsto dal contratto di mutuo o finanziamento. L’aumento degli interessi varia dal 2% al 4% per ogni rata non pagata.
Segnalazione al CRIF
Se si salta il pagamento di più rate la banca o finanziaria segnalerà il debitore come cattivo pagatore al SIC, il Sistema di Informazioni Creditizie, gestito dalla Centrale Rischi Finanziari (CRIF). Qui vengono raccolti i dati su finanziamenti richiesti da privati e imprese e nel caso di una segnalazione negativa non si potrebbero più chiedere nuovi prestiti.
Pignoramento
La banca può rivalersi sull’immobile ipotecato in caso di mancato pagamento delle rate del mutuo. Diverso è il caso delle finanziarie che hanno la possibilità di rivalersi su altri beni del debitore, compreso lo stipendio.
I contratti bancari e finanziari sono diversi. Nel primo caso si parla di «titolo esecutivo» e quindi la banca potrebbe già avviare il pignoramento senza dover ricorrere ad una sentenza del tribunale. La banca può quindi procedere a pignorare la casa ipotecata e poi venderla all’asta.
Il contratto di finanziamento, invece, è una scrittura privata, per questo la finanziaria dovrà come prima cosa ottenere un decreto ingiuntivo e solo dopo potrà procedere con un pignoramento immobiliare o con il pignoramento di beni mobili, dello stipendio o del conto corrente.
E’ bene sottolineare, infine, che se il prezzo ricavato dalla vendita di una casa all’asta o se i beni pignorati non sono sufficienti a ripagare i creditori, i debiti residui non si cancellano e continuano a gravare sul debitore. In questo caso c’è un’unica soluzione, la legge sul sovraindebitamento, che descriviamo al punto 4 del seguente paragrafo.
Le soluzioni per risolvere i debiti con banche e finanziarie
Vediamo in ordine le varie soluzioni possibili per risolvere i problemi di debiti con banche e finanziarie.
1. Saldo e stralcio
La procedura di saldo e stralcio permette a privati o aziende di chiudere un debito nei confronti di una banca o una società finanziaria, con una somma inferiore rispetto all’importo complessivo dovuto.
In questo caso la banca o la società finanziaria preferisce avere subito il rientro di una parte del debito, anziché intraprendere una più lunga e incerta procedura giudiziale di recupero del credito, con il rischio di non riavere indietro né l'intero capitale concesso a titolo di finanziamento né le spese e gli interessi.
Una delle principali caratteristiche è rappresentata dal fatto che la banca o la società finanziaria pretende in genere, l'immediato pagamento della somma in un’unica soluzione, ma spesso è possibile raggiungere anche un accordo per la definizione della posizione anche in diverse tranche concordando pagamento dilazionato o a rate.
Il debitore, può saldare il suo debito con una riduzione che può toccare anche il 30 o 40% della somma totale. Ciò comporta, di conseguenza, una riduzione molto consistente.
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2. Consolidamento debiti
Il consolidamento debiti è uno strumento che permette di accorpare insieme in un solo finanziamento prestiti e mutui diversi, ottenendo un'unica rata di importo mensile inferiore, rendendo l’estinzione del debito più sostenibile e gestibile per le famiglie e per tutti quei soggetti che versano in gravi condizioni da sovraindebitamento.
Uno dei vantaggi del prestito per consolidamento è che può essere data al richiedente una liquidità aggiuntiva per affrontare le spese di prima necessità. Per accedere a questo speciale finanziamento è necessario presentare la documentazione adeguata ed essere in possesso di alcuni requisiti e di garanzie creditizie. Infatti, questa procedura può essere richiesta sia da persone fisiche che giuridiche che abbiano già richiesto un mutuo o un prestito e presentino un reddito garantito come:
- dipendenti pubblici o privati
- pensionati
- artigiani
- autonomi
- disoccupati.
Il richiedente inoltre non deve essere già segnalato come cattivo pagatore al crif e non aver subito pignoramenti e protesti.
3. Rinegoziazione mutuo
Se hai stipulato un mutuo con la banca, ma a causa della crisi non riesci a pagare, puoi rinegoziarlo a costo zero e ritrovare la tua serenità.
La rinegoziazione è una possibilità che le banche concedono per evitare di perdere il rimborso delle rate del mutuo: quindi è più facile che la ottenga chi è in difficoltà a pagare le quote mensili piuttosto che chi vorrebbe rinegoziare un mutuo per estinguerlo in anticipo.
Con la rinegoziazione del mutuo sono le condizioni a essere soggette a modifica perché sono cambiate le esigenze economiche del contraente: questa è una clausola molto importante, è un aspetto di cui tenere conto perché non è mai possibile rinegoziare il mutuo se non sono intervenuti cambiamenti nell'assetto finanziario del debitore.
4. La legge sul sovraindebitamento
La legge sul sovraindebitamento (ex Legge 3/2012), riformata dal Codice sulla Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) entrato in vigore nel 2022, rappresenta la soluzione per le persone che versano in gravi condizioni economiche – ovvero in uno stato di sovraindebitamento – e non riescono a pagare e a sostenere i debiti che hanno accumulato nel corso del tempo.
Possono beneficiarne consumatori, professionisti, piccoli imprenditori non soggetti a fallimento e anche intere famiglie.
Attraverso le procedure di composizione della crisi previste dalla legge, come ad esempio il piano di ristrutturazione, il concordato minore o la liquidazione controllata, è possibile, a seconda dei casi, richiedere la cancellazione parziale o totale del debito, e quindi ottenere l’esdebitazione.
Anche chi ha solo il reddito da lavoro dipendente o chi non ha nessun bene immobile o mobile può accedere a una delle procedure previste, compresa l'esdebitazione dell'incapiente.
Abbiamo affrontato molti casi di persone con problemi di debiti con banche e finanziarie.
Ad esempio una nostra cliente di Padova, dopo la separazione dal marito si è trovata a dover provvedere da sola al pagamento delle rate del mutuo e di altri prestiti da lei richiesti per far fronte alle tante spese famigliari. In seguito alla perdita del lavoro come dipendente, in poco tempo ha accumulato un debito di oltre 118 mila euro che non è stata più in grado di sostenere. I nostri professionisti hanno studiato una soluzione che potesse rispondere alle sue esigenze specifiche e la via più semplice è stata l’accesso alla procedura di liquidazione controllata
Le novità del CCII che coinvolgono banche e finanziarie
Per quanto riguarda il debito verso banche e finanziarie è bene sapere che il CCII ha modificato l’art. 12 della precedente Legge 3/2012. Oggi viene dato più risalto alla colpevolezza del creditore nell’aver aggravato lo stato di sovraindebitamento del consumatore, anziché alla valutazione sulla meritevolezza del consumatore nel non essersi sovraindebitato volontariamente.
Molti soggetti sovraindebitati hanno diverse posizioni debitorie nei confronti di banche e finanziarie. Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi ricorsi al cosiddetto credito al consumo:
- finanziamenti per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici attraverso carte revolving,
- cessioni del quinto o deleghe stipendiali
- prestiti richiesti per fronteggiare le esigenze quotidiane (cure dentarie, pagamento delle utenze, ecc.).
In diverse occasioni, i finanziamenti vengono dati senza tener conto della posizione debitoria già in essere di molti soggetti, con la conseguenza che il nuovo prestito viene erogato senza valutare la capacità di pagare le rate previste da questi ultimi.
Tale comportamento di banche e finanziarie si pone in contrasto con quanto statuito dall’art. 124 bis T.U.B. (Testo Unico Bancario), il quale, al comma 1 prescrive che “Prima della conclusione del contratto di credito, il finanziatore valuta il merito creditizio del consumatore sulla base di informazioni adeguate, se del caso fornite dal consumatore stesso e, ove necessario, ottenute consultando una banca dati pertinente”. Proprio per arginare questo fenomeno e per evitare che il consumatore sovraindebitato sia ritenuto responsabile oltremodo in caso di posizioni debitorie collegate ad altri finanziamenti, individuando un’assenza di meritevolezza, il CCII propone le seguenti specifiche:
- l’art. 68 comma 3 prevede che l’OCC, nella relazione da presentare al giudice per l’avvio della procedura di sovraindebitamento, indichi se il soggetto finanziatore abbia valutato il merito creditizio del debitore, considerando il reddito a disposizione dopo aver dedotto l’importo necessario al mantenimento di un dignitoso tenore di vita.
- l’art. 69, comma 2 prevede che la banca o la finanziaria che ha concesso colposamente un finanziamento senza compiere una preliminare verifica del merito creditizio non possa proporre opposizione o reclamo in sede di approvazione della procedura, né far valere cause di inammissibilità che non derivino da comportamenti dolosi del debitore.
Va tuttavia ricordato che non sempre la valutazione del merito creditizio è in difetto. Infatti, può anche accadere che la banca o la finanziaria abbiano osservato scrupolosamente il dettato dell’art. 124 bis T.U.B.
In questo caso, il soggetto finanziatore è legittimato, se lo ritiene, ad opporsi all’omologa della procedura.
Per accedere alle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento è bene affidarsi a professionisti esperti. Solo così la procedura viene preparata nel miglior modo possibile e si evitano margini di opposizione.
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20 Luglio 2023
5 Agosto 2021