L’esdebitazione è automatica alla conclusione delle seguenti procedure previste dalla legge:

• piano del consumatore: riservato solo ai privati, persone fisiche (approfondisci);
• accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento: per piccole imprese e artigiani (approfondisci).

Per quanto riguarda la liquidazione del patrimonio, terza procedura ammessa dalla Legge 3/2012, l’esdebitazione avviene in un secondo momento.
Si può richiedere anche senza il consenso dei creditori e non prevede particolari criteri di meritevolezza per essere attivata, ma non se ne può beneficiare subito.

Il soggetto ammesso alla procedura di liquidazione del patrimonio, che ha durata di 4 anni, può richiedere l’esdebitazione entro un anno dal decreto di chiusura della liquidazione e solo in presenza dei seguenti presupposti:

• cooperazione attiva del debitore nella procedura, senza averne ritardato lo svolgimento;
• soddisfazione, almeno parziale, dei creditori per titolo o causa anteriore;
• impegno del debitore in attività produttive di reddito o nella ricerca di occupazione senza rifiutare proposte d’impiego.

Come abbiamo evidenziato, uno dei presupposti per l’esdebitazione è che “siano stati soddisfatti, almeno in parte, i creditori per titolo e causa anteriore al decreto di apertura della liquidazione”.
Si tratta di un’espressione generica che si presta a interpretazioni discrezionali da parte dei Giudici.

In questo contesto, significativa è la pronuncia con la quale in data 13/01/2020 il Tribunale di Monza ha deciso sull’istanza depositata dopo la chiusura di una liquidazione del patrimonio. Nel corso della procedura, è stato possibile soddisfare solo in parte i creditori privilegiati, i quali hanno diritto di prelazione e quindi devono essere soddisfatti prima degli altri; mentre a beneficio dei creditori chirografari, cioè con un credito che sorge da un documento sottoscritto direttamente dal debitore, non è stata destinata alcuna somma.
Ciò nonostante, il Giudice ha stabilito che “è meritevole dell'esdebitazione il ricorrente che abbia richiesto il beneficio entro un anno dall'adozione del decreto di chiusura della liquidazione del patrimonio anche laddove i soli creditori privilegiati siano stati soddisfatti parzialmente, mentre nulla sia rimasto ai chirografari”. 

Conseguentemente, sono stati dichiarati inesigibili, e quindi cancellati, i crediti che non è stato possibile soddisfare durante la procedura di liquidazione.

La persona sovraindebitata è così stata liberata dai debiti che non sono stati sanati.

La pronuncia in commento è particolarmente significativa non solo per il vantaggio nei confronti del soggetto sovraindebitato, ma anche perché si tratta di una delle prime procedure di esdebitazione adottate ai sensi della Legge 3/2012.

Poiché la Legge utilizza una dicitura generica per indicare il grado di soddisfazione dei creditori, richiedendo che siano soddisfatti “almeno in parte”, senza operare alcuna distinzione tra creditori chirografari e creditori privilegiati, il Tribunale di Monza ha ritenuto che l’esdebitazione debba essere concessa anche nel caso in cui i crediti chirografari non vengano pagati neppure in minima parte e i crediti privilegiati vengano pagati solo in parte.

Si tratta di una decisione certamente favorevole per i soggetti sovraindebitati e si confida che anche gli altri Tribunali si uniformino a questo orientamento.

Per uscire dai debiti è importante avere l’aiuto di un esperto di procedure di sovraindebitamento.
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