Covid-19: prima sentenza di rinvio delle rate
Il Tribunale di Napoli approva il rinvio del pagamento delle rate di un Piano del consumatore, come conseguenza dell’emergenza Covid-19.
È stato il recente Decreto “Cura Italia” a permettere ad un Giudice napoletano di approvare, con sentenza del 3 aprile 2020, il rinvio del pagamento delle rate di un Piano del consumatore precedentemente omologato.
In particolare, si cita l'articolo 91 del Decreto, che dà indicazioni "in materia di ritardi o inadempimenti contrattuali derivanti dall'attuazione delle misure di contenimento".
L’attuale crisi economico-sanitaria mondiale ha messo in difficoltà non solo imprenditori e liberi professionisti, ma anche le famiglie stesse, che si sono presto trovati senza un’entrata fissa o con uno stipendio ridotto.
In una situazione così imprevedibile e di natura eccezionale per molti è divenuto impossibile sostenere le rate del mutuo, del prestito, ma anche adempiere alle obbligazioni assunte nelle procedure di sovraindebitamento.
Gli aspetti rilevanti della sentenza
Nel caso analizzato, un lavoratore dipendente si era visto approvare un piano di rientro dai propri debiti, che gli aveva consentito di ripagare i creditori con una rata non superiore ai 300 euro mensili.
Il piano si basava sul suo stipendio di 1.500 euro. Ma conseguentemente alla crisi dovuta al Covid-19, il lavoratore è stato messo in cassa integrazione e non è più riuscito a rispettare le scadenze delle rate previste.
Facendo riferimento alla meritevolezza del consumatore, quindi incolpevole della situazione che si è creata, il giudice ha concluso che:
"è chiaro che di meritevolezza nella fase della esecuzione del piano deve parlarsi, nel senso della non imputabilità al debitore della causa che non rende possibile l'esatto adempimento. [...] Appare evidente che solo l'accoglimento della istanza renderebbe ancora fattibile il piano che altrimenti, se si richiedesse l'immediato adempimento, non sarebbe più fattibile per mancanza di uno dei presupposti (lo stipendio mensile non congruo rispetto alla proposta visto la messa in cassa integrazione del proponente che è ridotto almeno fino alla data del 1° ottobre 2020)".
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15 Aprile 2020