Marco in passato aveva svolto attività d’impresa in qualità di socio di una S.R.L.

Sappiamo che le società di capitali, come quella del nostro cliente, potevano accedere alla legge fallimentare e quindi le eventuali posizioni debitorie non ricadevano sui soci, ma esclusivamente sulla società. Questa regola ha però delle eccezioni. Il nostro cliente Marco, infatti, aveva rilasciato garanzia personale a favore di due finanziarie e di un fornitore.

Nel 2017 la società veniva dichiarata fallita in base alla precedente legge, ora sostituita dal CCII. La procedura fallimentare si concludeva dopo due anni e i debiti venivano saldati solo in minima parte, rimanendo totalmente insoddisfatte le posizioni garantite dalle fidejussioni rilasciate da Marco, che ammontavano pressappoco a 90.000 euro.  

Dopo la dichiarazione di fallimento della sua società, Marco si è trovato a dover pagare i 90.000 euro di debiti di cui aveva dato garanzia personale.
Nel frattempo ha trovato un lavoro a tempo indeterminato e quindi ha ottenuto una stabilità a livello retributivo, ma il fardello dei precedenti debiti continuava ad essere fonte di non poche difficoltà. 

Un creditore, infatti, aveva sottoposto a pignoramento il quinto della retribuzione di Marco, cui era seguito un secondo pignoramento da parte di altro creditore. Unica nota positiva era che quest’ultima posizione veniva messa in coda alla prima, nel senso che sarebbe stata soddisfatta una volta estinto il primo pignoramento. Questa trattenuta sullo stipendio non era comunque indifferente e pregiudicava fortemente la capacità di Marco di fronteggiare per intero alle esigenze della famiglia, costringendolo a chiedere costantemente il supporto economico dei genitori. 

Marco ha sentito parlare della legge sul sovraindebitamento ed ha deciso di rivolgersi a Ri.Analisi, cercando la soluzione più adatta alla propria condizione.

I nostri professionisti hanno subito controllato la documentazione fornita e hanno verificato se Marco avesse diritto ad accedere alla liquidazione controllata disciplinata dagli artt. 268 e ss. del nuovo CCII. Così è iniziato l’iter procedurale per poter porre fine ai problemi debitori di Marco.

La scelta di trovare una soluzione per il cliente grazie alla liquidazione controllata è stata confermata dal Tribunale di Milano che, con la sentenza allegata, ha aperto la procedura. 

Per i prossimi tre anni Marco verserà un importo di circa 320 euro al mese, sottraendolo dalla propria retribuzione a beneficio dei creditori. La somma corrisponde grossomodo all’importo già trattenuto per effetto del pignoramento. La situazione di Marco resterà quindi come quella attuale, ma il vantaggio è che al termine di questi 36 mesi otterrà l’esdebitazione, ovvero la dichiarazione di inesigibilità dei crediti non soddisfatti e sarà finalmente libero dai debiti precedentemente contratti.

In allegato la sentenza dd. 01/06/2023 del Tribunale di Milano.

Se Marco fosse rimasto inerte, non sarebbe mai riuscito a liberarsi dal pignoramento. Ma non è tutto: al termine dell’attività lavorativa, i creditori avrebbero eroso anche il suo TFR e poi avrebbero aggredito la sua pensione e questo sino all’integrale estinzione del debito.

Grazie alla nostra consulenza Marco ha stralciato la maggior parte del debito e non dovrà più nulla ai creditori. Versando complessivamente l’importo di 11.520 euro in 3 anni cancellerà l’87,20% dei suoi debiti. Al termine di questo periodo non subirà più alcuna trattenuta e riceverà ogni mese la retribuzione piena, liberandosi definitivamente dai debiti.