Per approfondire l’argomento dell’esdebitazione è bene specificare le differenze normative in relazione alla forma giuridica di una società e alle dimensioni della stessa.

Questi due aspetti determinano a chi spetta pagare gli eventuali debiti dell’impresa.

E’ da notare che nel nuovo Codice della Crisi d’Impresa non si parla più di fallimento, ma di liquidazione giudiziale intesa come “la procedura che è finalizzata a liquidare il patrimonio dell’imprenditore insolvente, ripartendo il ricavato in favore dei creditori sulla base della graduazione dei loro crediti.”

Il CCII intende come “imprenditori insolventi” i soggetti che possiedono questi 3 requisiti:

• esercitano un’attività commerciale;
• superano le soglie dimensionali;
• sono in stato di insolvenza.

Può accedere alla liquidazione giudiziale solo l’impresa commerciale, che esercita quindi un'attività commerciale, , anche non a fini di lucro. Ma in caso di debiti è importante distinguere anche la responsabilità dei soci in base alla forma giuridica.

Nelle società di capitali (come Srl o Spa) i soci rispondono esclusivamente con il patrimonio della società stessa. In caso di debiti, i creditori non possono aggredire i beni personali dei soci, che sono appunto a “responsabilità limitata”.

Nelle società di persone (ad esempio Snc, Sas, società semplici) i soci sono “illimitatamente responsabili” dei debiti dell’impresa. Rispondono quindi con il proprio patrimonio personale, compresa la propria casa, l’auto, il conto corrente.

Abbiamo approfondito l’argomento in un articolo relativo ai debiti della società in liquidazione

Solo i soggetti che rientrano nelle soglie dimensionali previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) possono accedere alla liquidazione giudiziale, quindi solo l’impresa commerciale che supera almeno una delle seguenti tre soglie:

• un attivo patrimoniale annuo superiore a 300 mila euro (nei tre anni che precedono la presentazione della domanda);
• ricavi lordi per un ammontare annuo superiore a 200 mila euro (sempre nei tre anni che precedono la presentazione della domanda);
• debiti al momento della presentazione della domanda per un ammontare superiore o pari a 500 mila euro.

In base alla forma giuridica, all’attività svolta e alla dimensione dell’azienda, il nuovo CCII risponde con procedure diverse, in caso di sovraindebitamento.

Le imprese commerciali, Srl o Spa, possono oggi accedere alla liquidazione giudiziale, che sostituisce la precedente legge fallimentare.

Ma cosa accade per i debitori non assoggettabili a questa procedura?

L'esigenza di liberare dai debiti pregressi anche le persone fisiche o le imprese più piccole, definite "sotto soglia", ha motivato il legislatore a definire un sistema normativo che possa rispondere alle esigenze di chi non ha più la possibilità di soddisfare i propri creditori.

Il Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza, in vigore dal luglio 2022, ha innovato la precedente legge 3/2012, permettendo al debitore sovraindebitato di accedere alla procedura di liquidazione controllata ed essere esdebitato alla sua conclusione.

In sostanza, il debitore mette a disposizione quello che ha per poter ripagare i creditori e le somme residue, che non è possibile soddisfare, vengono cancellate e divengono inesigibili.

Anche il Sole 24 Ore, con un articolo pubblicato il 14 agosto 2023, ha approfondito il tema dell’esdebitazione dell’imprenditore sotto soglia.

L'esdebitazione è prevista anche per la persona fisica che risulta meritevole, ma non ha alcun bene da offrire ai propri creditori, neanche in prospettiva futura. Si tratta dell'esdebitazione dell'incapiente e può essere richiesta una sola volta nella vita.

Le condizioni necessarie a questo vantaggio sono:

la reale incapacità di offrire qualsiasi bene, nemmeno in futuro. Il debitore è obbligato al pagamento del debito nella misura del 10% soltanto se nell’arco dei quattro anni dal decreto del Giudice sopravvengono utilità rilevanti;

la meritevolezza del debitore, cioè la mancanza di frode verso i creditori e la mancanza di dolo o colpa grave nelle ragioni che hanno portato all’indebitamento.

La tutela del debitore incapiente è una importantissima via d’uscita per tutti coloro che si sono trovati in una grave situazione debitoria, non a causa loro, e che possono così lasciarsi definitivamente alle spalle i propri problemi di debiti.

L’esdebitazione è riconosciuta con un decreto del giudice, il quale valuta la sussistenza della meritevolezza e l’assenza di atti di frode, ovvero di dolo o colpa grave nell’indebitamento.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare il nostro articolo dedicato all’esdebitazione. 

Le tipologie di debito che possono essere cancellate grazie al nuovo CCII sono:

• verso le banche e finanziarie in genere (quali mutui, prestiti personali, …);
• verso fornitori, privati (come ad esempio i debiti di condominio);
• verso le Pubbliche Amministrazioni (ad esempio Agenzia delle Entrate o Equitalia).

I soli debiti che non rientrano nella legge e quindi NON possono essere eliminati sono:

• gli alimenti non pagati all'ex coniuge;
• i risarcimenti extracontrattuali, ad esempio in caso di incidente stradale.

L’importante è ricordare che nelle procedure per la risoluzione della crisi è obbligatorio elencare tutti i debiti detenuti e indicare tutti i beni posseduti.