Giovane imprenditrice indebitata salva parte del patrimonio
Un debito eccessivo costringe una giovane imprenditrice a chiudere la propria attività e vendere la propria casa. Grazie alla Legge 3/2012 viene salvaguardato parte del patrimonio residuo.
Giada è una giovane imprenditrice di Trieste. Gestiva proficuamente due bar con la collaborazione del marito. L’attività commerciale costituiva l’unica fonte di reddito per la famiglia, assicurando entrate sufficienti a garantire un tenore di vita dignitoso. I coniugi avevano anche acquistato la casa coniugale ricorrendo al finanziamento bancario, sempre rimborsato regolarmente. Erano rimborsati regolarmente anche altri prestiti funzionali all’esercizio dell’attività d’impresa.
Le cause del sovraindebitamento di Giada
La serenità di Giada e la sua famiglia viene sconvolta da un grave problema del marito Lorenzo: il gioco d'azzardo.
Capita più spesso di quanto si creda e questo problema innesca una serie di conseguenze economiche difficili da affrontare e sconvolge la vita familiare.
Lorenzo viene coinvolto da alcuni conoscenti nel gioco d'azzardo e comincia a dissipare le entrate utilizzando il denaro delle attività che gestisce con la moglie Giada. All'inizio Paolo non dice nulla, ma poi cominciano i problemi di liquidità e Giada scopre le gravi perdite al gioco del marito.
Iniziano i sacrifici e Giada riesce per un po’ di tempo a proseguire nella gestione dei bar, provvedendo al pagamento delle utenze, dei dipendenti, dei finanziamenti e del mutuo.
La situazione diventa poi insostenibile, in quanto le entrate non sono più sufficienti a fronteggiare le spese.
Dopo diversi mesi Giada è costretta a cessare l’attività e trovare un’occupazione come dipendente. Con la retribuzione contenuta di un lavoro a part-time e ricorrendo ai pochi risparmi rimasti, Giada estingue alcuni finanziamenti e riesce a pagare interamente le competenze dei dipendenti.
E' costretta però a vendere la casa di proprietà per estinguere il mutuo ipotecario ottenuto per acquistarla.
Dopo tutto questo tempo, non riuscendo a pagare i debiti verso l’Erario e l’INPS, verso banche e verso alcuni conoscenti che avevano concesso prestiti personali, finalmente chiede la consulenza a Ri.Analisi.
Come abbiamo aiutato Giada con la Legge 3/2012
Giada, ex-imprenditrice, è riuscita a salvaguardare il patrimonio rimasto destinandolo al pagamento parziale dei creditori. Grazie alla nostra consulenza e all’applicazione della Legge 3/2012, la liquidità residua dalla vendita della casa è stata salvaguardata al fine di evitare azioni esecutive individuali, così da garantire la soddisfazione dei creditori nel rispetto delle regole della par condicio creditorum.
In questo caso siamo riusciti a risolvere la situazione grazie ad un familiare di Giada, che si è reso disponibile a prestare il denaro necessario all'approvazione della procedura di liquidazione.
Il Tribunale di Trieste ha confermato che questa operazione non configura un atto in frode alla legge.
Si è trattato di un'operazione oculata e non sarebbe stata possibile senza conoscere in modo approfondito la legge sul sovraindebitamento. Simili interventi possono essere conclusi soltanto da consulenti che conoscono tutti i dettagli della Legge 3/2012 e possono portare a termine la procedura con successo.
Se anche tu ti trovi in difficoltà e vuoi conoscere le possibile vie d'uscita, contattaci subito e non aspettare di veder peggiorare la tua situazione.
Qui sotto trovi il decreto dd. 15/10/2020 del Tribunale di Trieste.
RI.Blog
13 Gennaio 2021