Debiti con ex-Equitalia: liquidazione dei beni a Trieste

Un odontoiatra di Trieste, nostro cliente, è riuscito a sanare oltre 670 mila euro di debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione ex-Equitalia e l’Inps.

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Chi è libero professionista, e cioè non lavora alle dipendenze di terzi, dispone potenzialmente di un reddito medio-alto.
Spesso però, soprattutto oggi con la crisi economica peggiorata della pandemia, molti liberi professionisti si trovano in grosse difficoltà e a volte perfino in condizione di sovraindebitamento.

Di seguito vi presentiamo il caso del nostro cliente Leonardo, odontoiatra triestino oppresso dai debiti, che dopo anni difficili e di grandi sacrifici per far fronte alle spese mensili, si è deciso a chiedere una consulenza a Ri.Analisi. Insieme abbiamo trovato la soluzione ai suoi problemi, mettendo in campo tutta la nostra esperienza per analizzare nel dettaglio la documentazione fornita e presentare al Tribunale quello che serviva per risolvere la sua situazione.

Le cause del sovraindebitamento: la tegola degli accertamenti fiscali e la  crisi economica

Nei primi anni ‘90, il nostro cliente Leonardo ha subito un accertamento fiscale di tipo “induttivo”, cioè il suo fatturato complessivo è stato ricostruito attraverso elementi di tipo extracontabile. L’Agenzia Entrate ha contestato incassi non dichiarati, dedotti sulla base del quantitativo di materiale rinvenuto presso lo studio: ovvero il numero di tovaglioli, di bicchieri, di cannucce aspira saliva, di guanti.

Ex-Equitalia ha ipotizzato un numero di clienti maggiore rispetto a quello risultante dal fatturato dichiarato. Si è trattato di una valutazione non corrispondente alla realtà e Leonardo avrebbe potuto fare ricorso in Commissione Tributaria. Non sapendo come comportarsi e mal consigliato, ha confidato nella prescrizione del credito vantato dall’Erario, prescrizione che però non è maturata.

Infatti, al termine degli anni ‘90 gli è stato notificato l’avviso di pagamento per l’importo complessivo di 200 milioni di lire. Con enorme difficoltà, ricorrendo anche alla rateizzazione, l’odontoiatra ha pagato l’intera somma. Questo ha però inesorabilmente compromesso la stabilità economica dello studio dentistico, che coinvolgeva anche dipendenti regolarmente retribuiti. Inoltre, prima della notifica dell’avviso di pagamento, erano regolari anche i versamenti di imposte e contributi previdenziali.

Purtroppo all’inizio del 2000 sopraggiunge la crisi che ha colpito l’economia italiana a seguito dell’entrata in vigore dell’euro e di un cambio non proprio favorevole. Molte persone hanno iniziato a trascurare la cura dei propri denti e alcuni clienti hanno pensato di risparmiare rivolgendosi a studi dentistici nelle vicine Slovenia e Croazia.

La chiusura dell’attività per far fronte ai debiti non è la soluzione

Il susseguirsi di eventi sfavorevoli è spesso causa dell’insostenibilità nella gestione di una attività e porta alla chiusura della stessa. Lo studio dentistico di Leonardo è stato chiuso pensando che questa fosse la soluzione definitiva ai debiti. Ma non è così se si tratta di attività professionale. Come abbiamo già evidenziato in un nostro approfondimento non basta chiudere l’azienda per liberarsi dai debiti. Nelle imprese individuali, così come nelle società di persone(sas o snc), i debiti contratti dal titolare ricadono sullo stesso.

La chiusura dello studio dentistico di Leonardo ha comportato la liquidazione del TFR a favore dei dipendenti, corrisposto con enormi sacrifici e omettendo il versamento di imposte e contributi previdenziali che progressivamente andavano maturando.

Leonardo ha infatti preferito soddisfare il credito dei dipendenti, evitando di metterli in difficoltà nella gestione delle esigenze economiche delle rispettive famiglie, sacrificando così la propria posizione verso ex-Equitalia e soprattutto nei confronti dell’INPS.

A questa difficile situazione economica sul piano professionale, si aggiungevano le esigenze familiari, in particolare legate agli studi dei figli, che Leonardo, come tutti i genitori, non voleva venissero sacrificati oltremisura.

Una volta chiuso lo studio, il nostro cliente ha iniziato a lavorare per conto di terzi; i guadagni sono notevolmente diminuiti, mentre il debito, considerando anche le sanzioni e gli interessi nei confronti dell’Erario e dell’Ente previdenziale, è arrivato alla somma di 671.000 euro. A questi si aggiungevano debiti per circa 7.000 euro.

E’ solo a questo punto che Leonardo decide di chiedere una consulenza a noi di Ri.Analisi.

La liquidazione del patrimonio come soluzione ai debiti del libero professionista

Leonardo si è affidato a esperti qualificati che subito hanno valutato tutta la documentazione fornita, richiesta dall’art. 14 ter Legge 3/2012 e hanno comprovato l’assenza di atti in frode ai creditori. Presentando la domanda al Tribunale di Trieste, il giudice non ha potuto fare altro che approvare e avviare la procedura di liquidazione del patrimonio, regolata dagli artt. 14 ter e ss. Legge 3/2012.

Grazie alla nostra assistenza, il cliente ha potuto risolvere i suoi gravi problemi di sovraindebitamento e potrà pagare per quattro anni, una somma mensile nei limiti della propria capacità economica e patrimoniale. Poi potrà ottenere la cancellazione dei debiti residui, ovvero l’esdebitazione.

Qui sotto pubblichiamo il decreto del Tribunale di Trieste del 27/08/2021.

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DATA PUBBLICAZIONE:
20 Gennaio 2022