Debiti con il Fisco: cosa fare per risolvere il problema
Rateizzare il debito, dilazionare i pagamenti o ricorrere alla legge sul sovraindebitamento aggiornata. Ecco le soluzioni possibili per risolvere i problemi di debiti con l’Agenzia delle Entrate.
Ti è arrivato un avviso di pagamento di vecchie cartelle esattoriali e non sai come fare?
Rischi il pignoramento dello stipendio o l’espropriazione dei tuoi immobili?
Scopriamo insieme come risolvere questo problema che riguarda molte persone.
Innanzitutto è bene ricordare che se un atto, una cartella esattoriale o un avviso di accertamento da parte del Fisco sono illegittimi o infondati, è possibile chiedere di avviare un ricorso tributario per ottenere l’annullamento totale o parziale.
Se invece il debito c’è e non è stato pagato quanto dovuto, è possibile farvi fronte con queste soluzioni pienamente legittime:
- La rateizzazione del debito
- L’accertamento con adesione
- La transazione fiscale
- Rottamazione e saldo e stralcio con il Fisco
- La normativa sul sovraindebitamento aggiornata
1. La rateizzazione del debito
Hai accumulato grosse somme nei confronti del Fisco e sei in difficoltà con il pagamento? Non preoccuparti puoi fare richiesta di rateazione, così da diluire i pagamenti.
E’ possibile fare una richiesta on-line tramite SPID o CIE sul sito dell’Agenzia delle Entrate, grazie al servizio “Rateizza adesso”; oppure si può inviare via PEC il modello R1 seguendo sempre le indicazioni presenti sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Per importi inferiori a 120 mila euro sono previsti due piani di pagamento del debito:
- piano ordinario fino a 72 rate: non necessita di alcuna documentazione provante la difficoltà economica e prevede di pagare il debito fino a un massimo di 72 rate (6 anni) scegliendo rate costanti o crescenti in base alla preferenza espressa.
- piano fino a 120 rate: è riservato a chi dimostra di non poter pagare il debito secondo i criteri previsti dal piano ordinario.
Per importi superiori a 120 mila euro è necessario allegare anche il proprio ISEE per dimostrare la situazione di difficoltà economica.
2. L’accertamento con adesione
Si tratta di un “accordo” tra te e l’Agenzia Entrate Riscossione, ma non devi aver presentato ricorso davanti al giudice tributario.
La procedura può essere avviata per tutte le più importanti imposte dirette e indirette e ti permette di ridurre le sanzioni amministrative fino a 1/3 rispetto al minimo previsto dalla legge.
Trattandosi di un accordo, i contenuti dello stesso sono dettagliati in un atto di adesione, che dovrà essere sottoscritto da te e l’Agenzia delle Entrate. L’intera procedura si conclude solo al termine del pagamento delle somme concordate ed è così chiuso il debito con il Fisco.
E’ possibile effettuare il pagamento in due modalità:
- in unica soluzione, entro i 20 giorni successivi alla redazione dell’atto;
- a rate, per un massimo di 8 rate trimestrali di uguale importo, o di 16 rate trimestrali se le somme dovute superano 50.000 euro.
3. La transazione fiscale
Una transazione è di fatto un accordo con cui si risolve una controversia.
La transazione fiscale è una procedura simile al concordato ed è rivolta alle imprese fallibili o imprenditori agricoli in stato di crisi che fanno richiesta di procedura di concordato preventivo o di ristrutturazione dei debiti.
Il debitore può proporre il pagamento parziale, anche dilazionato nel tempo, del debito tributario solamente in presenza di un piano di risanamento dell’impresa in crisi.
La proposta riguarda il pagamento parziale delle passività per tributi e contributi, comprese l’IVA e le ritenute effettuate e non versate.
Sono esclusi i tributi locali che non possono essere pagati parzialmente o dilazionati, come IMU, TASI, TARI o imposta di soggiorno e di scopo, poiché non sono amministrati dalle Agenzie fiscali in forza di legge o convenzione.
4. Rottamazione e saldo e stralcio con il Fisco
Spesso i contribuenti non riescono a pagare i debiti che derivano da accertamenti fiscali o tasse e imposte a causa di una reale impossibilità di farvi fronte. Inoltre le sanzioni si accumulano e la situazione peggiora sempre di più.
Il Governo, in passato, ha definito una misura fiscale nota come rottamazione delle cartelle esattoriali, che ha permesso ai contribuenti che ne hanno fatto richiesta di estinguere i debiti con il fisco, senza obbligarli a pagare anche le sanzioni e gli interessi sulle somme dovute.
La rottamazione delle cartelle esattoriali è stata prevista per la prima volta dal decreto legge n. 193/2016, il quale aveva introdotto la possibilità per i contribuenti di beneficiare di una definizione agevolata per carichi compresi tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2016.
A questo decreto sono seguiti anche la rottamazione-bis nel 2017 (decreto legge n. 148/2017) e la rottamazione-ter nel 2018 (decreto legge n. 119/2018).
Nel 2019 è comparso per la prima volta il termine “pace fiscale” ed in questo caso si è parlato di “saldo e stralcio” con il Fisco. Si è trattata, però, di una misura limitata nel tempo e ha riguardato una finestra temporale ben definita (2000-2010).
La Pace fiscale introdotta nel 2019 dal Decreto Fiscale (D.L. nr. 119 del 23/10/2018), ha previsto diverse misure per regolarizzare la propria posizione con l’Erario, per il periodo compreso tra il 2000 e il 2010.
Il Decreto Sostegni del 2021, ha poi ampliato il diritto del contribuente ad ottenere l’annullamento delle cartelle, introducendo lo stralcio per importi fino a 5.000 euro (superando così il limite precedente di 1.000 euro). In questo caso il Legislatore ha voluto favorire espressamente i contribuenti maggiormente colpiti dalla crisi economica dell’ultimo decennio, che si è particolarmente aggravata a seguito della pandemia da Covid-19.
Hanno potuto beneficiare di questo “condono” tutti i contribuenti, persone fisiche e non, che nel periodo d’imposta al 31 dicembre 2019, hanno avuto un reddito inferiore ai 30.000 euro.
La procedura di saldo e stralcio permette di chiudere un debito con una somma inferiore rispetto all’importo complessivo dovuto. E’ una sorta di “sconto” del debito a fronte di un pagamento immediato o nel breve periodo.
Solitamente si parla di saldo e stralcio con banche o finanziarie, ma con il Fisco si è trattato, come abbiamo visto, di una misura straordinaria e limitata nel tempo.
Per richiedere una rottamazione o un saldo e stralcio con il Fisco è necessario aspettare eventuali interventi legislativi che lo consentano.
La tregua fiscale, voluta dal Governo per arginare la crisi economica provocata dalla pandemia, è durata fino al 31 agosto 2021. Dal 1° di settembre 2021 è ripartita l’attività di notifica da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione.
Chi non è riuscito a pagare nei termini previsti i propri debiti al Fisco rischia il pignoramento dello stipendio o della pensione e l’espropriazione dei beni immobili.
In questi giorni si sta parlando nuovamente di “rottamazione quater” o di una nuova pace fiscale. Tra caro bollette, inflazione e aumento dei prezzi, le famiglie e le imprese non riescono più a fare fronte ai pagamenti. Una nuova pace fiscale e un conseguente stralcio delle cartelle esattoriali è uno dei principali argomenti che saranno discussi e affrontati dal nuovo governo nei prossimi mesi.
In realtà, l’ADnkronos già nel 2019 aveva inviato un comunicato stampa dove spiegava l’inutilità delle rottamazioni da quando è entrata in vigore la Legge 3/2012.
Anche noi abbiamo depositato tantissime richieste di rottamazione, ma il problema è che quasi nessuno riesce a pagare in un lasso di tempo breve. I contribuenti pagherebbero quanto dovuto se fosse dato loro un tempo più lungo, ma la norma fiscale è molto stringente e prevede un pagamento in poche rate.
5. La normativa sul sovraindebitamento
Se sei un privato con debiti elevati o sei un artigiano o un piccolo imprenditore c’è una sola alternativa valida e legale per togliere i debiti con il Fisco: la normativa sul sovraindebitamento.
E’ stata per prima la legge 3 del 2012 a permettere di ottenere una forte riduzione, se non l’annullamento del debito, anche quando il creditore è solo il Fisco.
Ora, dopo la riforma fallimentare, è in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che aggiorna la legge 3/2012 ed è la soluzione per le persone che versano in gravi condizioni economiche – ovvero in uno stato di sovraindebitamento – e non riescono a pagare e a sostenere i debiti che hanno accumulato nel corso del tempo.
Anche se hai solo il reddito da lavoro dipendente e non sei titolare di nessun bene immobile o mobile puoi accedere alla nuova procedura dell’esdebitazione dell’incapiente.
Se invece hai un reddito o dei beni a disposizione, puoi accedere alle altre procedure previste dal Codice Crisi ed eliminare definitivamente tutti i tuoi debiti, pagando quello che puoi.
Qui puoi trovare molte testimonianze di nostri clienti che abbiamo aiutato a liberarsi dai debiti.
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