Liquidazione dei beni a Brescia: la soluzione in caso di debiti del coniuge

La nostra cliente Giorgia ha dovuto rispondere di debiti non pagati dal marito imprenditore, di cui risultava garante. Grazie alla liquidazione del patrimonio, ex-Legge 3/2012, ha risolto il suo problema.

placehold

Il contesto: la crisi economica e il fallimento dell’impresa

In diversi casi la crisi ha colpito aziende “storiche”, operative da generazioni e fortemente radicate sul territorio. Molte volte i titolari di queste imprese, compresi i figli o i nipoti del fondatore, fanno il possibile per tamponare la situazione. 

Si pensa di riuscire a pagare ancora una rata del finanziamento, mantenere il livello occupazionale senza dover ricorrere a licenziamenti, pagare ratealmente i fornitori. A volte si coinvolge il coniuge, i genitori, se non addirittura gli amici. L’imprenditore è così costretto a chiedere numerosi prestiti a finanziarie diverse, garantiti dalla fideiussione rilasciata dalle persone a lui legate.
Molto spesso, però, gli impegni economici diventano sempre più insostenibili: in queste situazioni, non solo l’imprenditore, ma anche i suoi familiari rischiano di perdere tutto

Questo è il caso di Giorgia e Giovanni, entrambi imprenditori di due aziende chiuse per fallimento. Giorgia aveva un negozio di abbigliamento mentre il marito un bar nel centro città.
Giovanni, per esigenze finanziarie legate alla sua precedente attività imprenditoriale, chiede aiuto alla moglie per ripagare i debiti contratti. Giorgia gli concede quindi la fideiussione su numerosi prestiti.
Ma qual è il rischio per Giorgia se il marito non paga le rate dei prestiti di cui lei è garante?

Cosa rischio se il mio coniuge ha debiti?

Se si è garanti del proprio coniuge può capitare di dover pagare debiti non dipendenti dalla propria volontà. La nostra cliente Giorgia anni fa aveva aperto una propria attività d’impresa, poi chiusa per fallimento.
Grazie al lavoro come dipendente part-time, trovato in seguito alla chiusura della sua azienda, riusciva a rimborsare tranquillamente i propri debiti personali rispettando il piano di ammortamento del finanziamento e il piano di rateizzazione accordato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. 

La crisi da sovraindebitamento è nata nel momento in cui il marito non è riuscito più a pagare le rate dei prestiti stipulati con diverse finanziarie, di cui Giorgia risultava garante.
Trovatasi a dover fronteggiare un debito complessivo di oltre 100 mila euro, Giorgia non sapeva più cosa fare: ha dirottato alcune risorse a beneficio dei creditori del marito, omettendo di pagare i propri debiti. Ma questo ha causato il pignoramento dell’immobile commerciale di cui era proprietaria.
Il bene era di valore modesto, inferiore all’ammontare dei debiti: la sua vendita all’asta nell’ambito della procedura esecutiva promossa dalla banca non avrebbe quindi consentito di estinguere tutte le posizioni debitorie.

Cosa fare a questo punto?

Come cancellare debiti di oltre 100.000€ con la liquidazione del patrimonio

Dopo aver scoperto l’esistenza della legge 3 2012, che può aiutarla ad uscire dalla sua grave situazione debitoria, Giorgia si rivolge a noi di Ri.Analisi.
Dopo un’attenta valutazione del suo caso, abbiamo presentato in Tribunale a Brescia la proposta per la liquidazione del patrimonio, regolata dagli artt. 14 ter e ss. Legge 3/2012.

Grazie alla nostra assistenza, la cliente ha trovato la soluzione più adatta che le consentirà di pagare i debiti nei limiti della propria capacità economica e patrimoniale, ottenendo la cancellazione di quelli che non sarà in grado di pagare.

Infatti, dopo quattro anni dall’apertura della procedura di liquidazione dei beni, se ci sono le condizioni e non tutti i creditori risultano soddisfatti, il debitore può chiedere l’esdebitazione.

Qui sotto è possibile vedere il decreto emesso il 26/10/2021 dal Tribunale di Brescia in accoglimento del ricorso presentato dalla persona sovraindebitata protagonista della vicenda che vi abbiamo appena raccontato.

Sono molto frequenti i casi in cui un imprenditore non fallibile, nell’esercizio della sua attività commerciale, o un qualsiasi lavoratore contragga dei debiti, le cui conseguenze possono ricadere poi sul coniuge, costretto a far fronte a un pignoramento.

Recentemente a Trieste abbiamo trovato la soluzione anche al caso di Anna che si è ritrovata un debito di oltre 1 milione di euro causato dal marito.

Comunione dei beni e debiti: quali sono i rischi se un coniuge è garante?

Per ottenere un prestito dalla banca o da altri istituti finanziari, in alcuni casi, la firma di un garante è necessaria. Apponendo la sua firma, il garante, in questo caso la nostra cliente Giorgia, si impegna a pagare le rate del finanziamento nel momento in cui il debitore, in questo caso il marito, non sia più in grado di estinguerle.
Quindi quali sono i rischi del garante se il richiedente del prestito non paga le rate?

  • pagare l’intero prestito in sostituzione del richiedente
  • rispondere con l’intero patrimonio
  • essere soggetto a pignoramento dei beni
  • essere segnalato come cattivo pagatore al Crif, pregiudicando la sua reputazione creditizia.


Bisogna però precisare che esistono diversi tipi di fideiussione, tra cui:

  • la fideiussione solidale, quando la banca può agire differentemente nei confronti del debitore e del garante per recuperare il credito;
  • la fideiussione con beneficio d'ordine, quando il creditore deve prima trovare soddisfazione col patrimonio del debitore e solo successivamente ricorrere a quello del garante.

Come si può tutelare un garante

Il garante può compiere azioni di tutela della sua posizione per evitare una situazione di insolvenza. Ecco alcuni consigli utili da prendere in considerazione prima di diventare garanti di un prestito:

  • informarsi bene sulla persona per la quale si sta impegnando e sulla situazione economica;
  • conoscere le condizioni del contratto di fideiussione e delle relative scadenze. La banca, infatti, non avviserà anticipatamente il mancato pagamento della rata.
  • controllare l'andamento dei pagamenti e il comportamento del debitore nei confronti della banca o dell'istituto finanziario che ha concesso il prestito;
  • optare per una fideiussione più elastica ove possibile.

Chi paga i debiti del coniuge in regime di separazione dei beni?

La possibilità, per il creditore, di rifarsi sui beni del coniuge diverso da quello che ha contratto il debito dipende dal regime patrimoniale: separazione o comunione dei beni. Proprio per questo, attualmente, all’atto del matrimonio, si tiene conto della possibilità dei rischi del futuro e, per evitare pignoramenti per i debiti contratti dal marito o dalla moglie, si opta per la separazione dei beni.

In caso una coppia scelga il regime di separazione dei beni, ciascuno dei due coniugi può disporre dei propri beni e in caso di debiti dell’altro coniuge non è tenuto a pagarli.

I vantaggi della separazione dei beni sono:

  • tutela dei propri beni personali nel caso in cui il coniuge possa subire una crisi finanziaria.
  • conservare la proprietà dei beni in suo possesso precedenti al matrimonio
  • risponde solo dei debiti personali o acquistati.

Se un coniuge contrae un debito personale ne risponde lui in prima persona, senza coinvolgere il marito o la moglie. 

E’ diverso solo il caso in cui si contragga un debito nell’interesse della famiglia. Allora in vige la regola della responsabilità solidale dei coniugi ed entrambi devono contribuire con beni propri per risolvere la situazione.

Anche tu sei in crisi da sovraindebitamento per debiti causati dal marito o dalla moglie? Vuoi saperne di più? Contattaci subito e valuteremo gratuitamente la tua situazione per aiutarti ad uscire dai debiti.

RI.Blog

DATA PUBBLICAZIONE:
14 Gennaio 2022