Liquidazione dei beni a Udine: libero dai debiti grazie alla Legge 3/2012

Giovanni, ex-imprenditore individuale, raggirato da persone che credeva amiche, ha potuto salvarsi dai debiti solo grazie alla Legge 3/2012 e alla consulenza di Ri.Analisi.

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In moltissimi casi i motivi che portano una persona ad una condizione economica precaria non dipendono da una sua colpa, ma riguardano situazioni impreviste o addirittura il raggiro, persino da parte di persone che si credevano amiche. 

E’ esattamente quello che è capitato al nostro cliente Giovanni.
Riporre la propria fiducia nelle persone sbagliate è sicuramente capitato a molti di noi, ma a volte questo ha conseguenze più gravi, sia da un punto di vista economico, sia giudiziario.

Gli eventi della vita possono rendere inutili i nostri sforzi di guadagnare quanto necessario per mantenere la famiglia o di evitare spiacevoli incontri. Giovanni ha dovuto affrontare negli anni molti problemi familiari e lavorativi ritrovandosi con un debito verso il Fisco sempre più elevato, anche a causa di sanzioni e interessi. Questo è dipeso dalla fiducia che ha riposto in persone poco oneste, che gli hanno mentito e lo hanno coinvolto in vicende giudiziarie da cui è stato poi dichiarato completamente estraneo.
Intanto, però, il debito con l’Erario è rimasto, anzi è molto aumentato negli anni, fino a raggiungere la cifra di 155 mila euro. Come fare dunque?

Come salvarsi dai debiti: la liquidazione del patrimonio

Nel caso del nostro cliente Giovanni la soluzione è venuta dalla Legge 3/2012 e, in particolare dalla liquidazione del patrimonio. Questa è una delle tre procedure per liberarsi dai debiti ed è possibile accedervi anche senza patrimonio o con un reddito esiguo.

Per avviare la procedura di liquidazione è necessaria la domanda del solo debitore, che mette adisposizione quello che ha, salvo i beni espressamente esclusi.

Il Tribunale di Udine ha dichiarato, in questo caso, l’apertura della procedura di liquidazione, disciplinata dagli artt. 14 ter e ss., non essendoci condizioni di inammissibilità.

Giovanni non ha beni mobili di qualche valore. Il fabbisogno mensile è di circa € 1.130 e riesce a sostenerlo con il reddito di cittadinanza e con un contributo mensile da parte della ex-compagna.
Il giudice ha stabilito che la sua unica disponibilità da destinare a beneficio dei creditori è metà del canone di locazione di un immobile di modeste condizioni di cui è comproprietario insieme alla ex-moglie.
Fino al decreto di apertura della procedura di liquidazione questo canone era percepito esclusivamente dall’ex moglie, ma non è consentito che quest’ultima trattenga l’intero importo, a danno dei creditori.

Le cause del sovraindebitamento di Giovanni

Giovanni è un ex-imprenditore individuale di sessant’anni.
Da sempre molto legato alla famiglia ha avuto due figli dal primo matrimonio e altri due da una successiva relazione, conclusasi anche questa dopo che la compagna si era allontanata dall’abitazione di famiglia, abbandonando non solo lui, ma anche i due figli, uno dei quali di appena dieci anni.

Giovanni si è quindi trovato nella condizione di dover crescere da solo il minore, nonostante non fosse più giovane.
Sia per l’età che per la particolare situazione familiare che lo costringeva a seguire da solo il figlio minore, Giovanni al momento non ha un’occupazione stabile, salvo qualche piccolo lavoro saltuariamente offerto da un imprenditore di buon cuore.

Arrivare a fine mese è difficile e Giovanni riesce a sostenere le spese solo grazie a sussidi pubblici, sostituiti poi dal reddito di cittadinanza. Sappiamo però che queste sovvenzioni sono di importo modesto e sono appena sufficienti a pagare l’affitto di un alloggio popolare, le bollette e a comprare da mangiare prodotti dibasso prezzo. 

Ma da dove derivano i debiti per cui ci ha richiesto aiuto? Si tratta nel suo caso di una situazione pregressa, trascinata negli anni e che ha visto maturare 155 mila euro di debiti con l’Erario, proprio perché non era proprio in grado di ripagarli neppure a rate.

I debiti maturati non sono stati fatti volontariamente, tant’è che non ha mai chiesto prestiti a banche o finanziarie, ma dipendono da raggiri subiti da persone che credeva fossero amiche. Purtroppo, il nostro assistito si è reso conto troppo tardi di non conoscere veramente le persone che frequentava. Queste persone, infatti, all’apparenza rispettabilissime, dirigevano in realtà un’organizzazione malavitosa. In ragione della sola frequentazione, il signor Giovanni è rimasto invischiato nelle vicende giudiziarie che hanno coinvolto queste persone.
Prima di riuscire a dimostrare la propria innocenza, costui è entrato nel circuito giudiziario scontando periodi di detenzione e agli arresti domiciliari.

Come possiamo dedurre, queste vicende hanno pesantemente influito non solo sulla vita privata del signor Giovanni, ma anche nella sfera lavorativa. La sua impresa individuale che operava regolarmente, a causa delle vicende giudiziarie in cui è rimasto coinvolto, ha iniziato ad avere i primi problemi, dovuti all’impossibilità di seguire adeguatamente le attività.
Giovanni ha così incominciato a non rispettare le scadenze fiscali, a non depositare i dichiarativi; questa situazione ha determinato un accertamento fiscale al termine del quale sono state applicate ingenti sanzioni.

Dopo essere riuscito a dimostrare la propria estraneità ad ogni attività illecita, Giovanni ha cercato di reinserirsi nel mondo lavorativo, senza però riuscire a trovare condizioni adeguate e, soprattutto, senza essere in grado di fronteggiare l’ormai maturata situazione debitoria.
Il signor Giovanni si è reso conto che, da solo, non avrebbe mai potuto trovare una soluzione adeguata per risolvere i propri problemi economici. Ha quindi deciso di affidarsi ai consulenti esperti di Ri.Analisi con i quali ha individuato la soluzione più adatta alla propria condizione.

La soluzione ai debiti tributari proposta da Ri.Analisi

Quanti come il signor Giovanni, per i motivi più diversi, si sono trovati nell’impossibilità di fronteggiare gli oneri tributari?
Per tutte queste persone c’è senz’altro una soluzione che consenta di ritrovare la serenità ponendo rimedio alla situazione debitoria.

Nel momento in cui si ha un debito con ex-Equitalia o con l'Agenzia delle Entrate non è prevista la possibilità di trovare un accordo in via bonaria. L'Agenzia delle Entrate non offre alternative, neanche per chi non ha nulla, accettando solo una rateizzazione del debito con applicazione degli interessi per la dilazione.

Se non si è nelle condizioni di affrontare una rateizzazione, l’unica soluzione per risolvere i debiti con il Fisco è accedere alla Legge 3/2012.

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In allegato trovi il decreto del Tribunale di Udine del 26/04/2021.

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DATA PUBBLICAZIONE:
26 Novembre 2021